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“La dodicesima stanza” e lo spettro autistico: cos’è e come si affronta nella quotidianità

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Il libro racconta la storia di Alina, una bambina prodigio, orgoglio della famiglia ma molto “naïf” nel suo modo di essere. Già a due anni sa leggere e si intrattiene con i Promessi Sposi, la Divina Commedia o Cicerone. In un primo momento questa bambina eccezionale è motivo di vanto per la mamma e il resto della famiglia, portata in palmo di mano e mostrata anche alle classi del liceo dove insegnava la mamma. Saranno tante poi le vicissitudini che Alina dovrà affrontare, ma il grande amore per Nicola le darà la grande gioia di un figlio insieme ai grandi dolori della vita.

La lettura de “La dodicesima stanza” ci introduce a un argomento molto delicato: l’autismo. Infatti Alina scopre di essere affetta dallo spettro autistico ad alta funzionalità, ossia il disturbo di Asperger, solo quanto lo stesso sarà diagnosticato a suo figlio. Questo tratto del libro è strettamente autobiografico, infatti l’autrice Teresa Antonacci ha chiaramente spiegato durante l’incontro che anche lei è un’Asperger, esattamente come il suo primogenito e il suo terzogenito.  La Dirigente Scolastica Prof.ssa Antonia Lentino, introducendo Teresa Antonacci, ha sottolineato che con molta delicatezza e sensibilità la scrittrice con i suoi testi ci prende per mano e ci guida alla scoperta di questa forma di autismo, che non va vista come una malattia ma semplicemente come un modo diverso, speciale, di essere, di sentire, di vedere. In una parola di esistere. Questa presa di coscienza ha aiutato Alina/Teresa a condurre una vita più “normale” in cui “manie e fissazioni” sono viste solo come tratti del carattere con i quali imparare a convivere.

L’incontro è stato mirabilmente moderato dall’avvocato Rosa Petruzzelli che, con la giusta dose di ironia ma anche di profondità, ha “indagato” sul duplice essere di Alina e Teresa al tempo stesso, invitando i presenti a riflettere su temi molto delicati.  L’avvocato Petruzzelli ha invitato Teresa a raccontarci cosa sia per lei la dodicesima stanza, e l’autrice ci ha semplicemente spiegato che è la scrittura, ossia il luogo in cui si rifugia, dove si sente protetta, cioè è la stanza della consapevolezza di sé, che insieme all’accettazione del “diverso” modo di sentire e vedere le cose, le permette di chiudere un ciclo e di ricominciare, rinascendo. La scrittrice, con molta serenità ha parlato della sindrome di Asperger, dei punti di forza e di debolezza di questo disturbo, che a lei stessa e al suo primogenito è stato diagnosticato solo pochi anni fa a seguito di diagnosi fatta al suo terzogenito, grazie all’intuizione della maestra della scuola dell’infanzia del piccolo.

L’autrice ha cercato con semplici parole di spigare i tratti dello spettro autistico che la accompagnano dalla nascita e che inizialmente l’avevano indotta a “credere anche di esser pazza, al punto di nascondere ciò che provavo per paura che lo pensassero anche gli altri”. “Quando conosci la verità - ha continuato -  riesci a comprendere il perché di tante cose, riesci a collegare tutte le stranezze e i comportamenti irrazionali”. Importante in tutto questo il ruolo della scuola che nel suo tentativo continuo di favorire l’inclusione deve cercare di lasciare gli spazi giusti affinchè l’essere Asperger non si senta deprivato della ricchezza che lo accompagna. La piacevole conversazione tra l’avvocato Petruzzelli, la scrittrice Antonacci e la Dirigente Lentino è stata intervallata dalla lettura di alcune pagine del libro declamate dalla giovanissima Flora Leccese.

La presentazione del libro si è conclusa con il consenso dei numerosi presenti che hanno ascoltato con molta attenzione l’autrice, apprezzandone il modo di essere e ringraziandola per lo squarcio di chiarezza con il quale ha raccontato lo spettro autistico ad alta funzionalità.

 

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