Che cosa unisce il famoso e discusso quadro di Banksy, “La bambina con il palloncino” ad un bimbo affetto da disturbo autistico? E perché proprio il quadro di Banksy che, dopo esser stato battuto all’asta per 30 milioni di sterline, si autodistrugge dinanzi agli occhi stupiti del pubblico? La risposta è nell’ interessante interpretazione che hanno saputo dare alcune insegnanti di sostegno, Daniela D’Aprile, Maria Grazia Mappa, Nunzia Minei, Stefania Lorè dell’IC “Giovanni XXIII” di Palagiano, in occasione della giornata di sensibilizzazione sull’autismo.
“L’arte e in genere la cultura, non colorano, spesso, il mondo dell’autismo e della disabilità, per una serie di motivazioni legate alla gestione delle differenti problematiche del disturbo”, commentano le docenti nell’illustrare la riproduzione del quadro di Banksy, realizzato con i loro alunni e allocato nel corridoio principale del loro istituto, ”abbiamo così pensato ad un’opera che attirasse l’attenzione, che stimolasse la curiosità, che sollecitasse la riflessione, che favorisse l’empatia suggerendo il modo più efficace per essere inclusivi e resilienti”.
L’immagine della bimba con il palloncino rappresenta simbolicamente, nell’interpretazione delle docenti, la solitudine di una bimba prigioniera dell’autismo che malvagiamente disintegra la sua personalità rappresentata dai frammenti del palloncino. Viene liberata dalle manine colorate dei suoi compagni che armati di attenzione, interesse, affetto e amicizia ricostruiscono il palloncino che acquista nuova linfa vitale. In un processo di compenetrazione delle parti, i suoi compagni trasmettono alla bimba un po' del loro mondo ricevendone una maggiore consapevolezza del suo. “Vera leader inclusiva dell’iniziativa”, asseriscono le insegnanti “è stata la nostra Preside che con la sua grande empatia e sensibilità, ha guidato e supportato la realizzazione di tale progetto”.
